EXPO(sed)
La mostra EXPO(sed) si caratterizza come un'istallazione site-specific all'interno del Chiostro dei Glicini della Società Umanitaria di Milano. In questo contesto l'antico chiostro quattrocentesco dell'ex convento Francescano, un tempo orto-giardino dedito al sostentamento del convento stesso ma anche simbolo del Paradiso, del Cielo e rievocazione del Paradiso perduto, rievoca la simbologia originaria dell'Hortus Conclusus: i giardini della Genesi.
Un PARADISO TERRESTRE ALLO SPECCHIO che ci restituisce la sua immagine rovesciata fatta di scarne figure, memoria di una fauna selvatica ormai perduta, "archiviata" di cui ci rimane solo una minuziosa catalogazione. Dallo stesso catalogo, scoprendo le abitudini alimentari delle prime creature di questo giardino, c'è permesso apprendere della natura e dei frutti di cui qui ci si poteva nutrire. Sullo sfondo quello che rimane della natura incontaminata e del passaggio dell'uomo. La cacciata da questo paradiso terrestre potrebbe avvenire per un nuovo e originale peccato sconosciuto ai primi progenitori del genere umano: il biocidio. L'installazione affronta le tematiche legate all'inquinamento alla contaminazione alimentare e al biocidio, il pensiero va immediatamente alla "terra dei fuochi" e a quanto avviene attorno all'area tarantina con l'Ilva... solo per citare i due casi più conosciuti... Poiché il prossimo anno l'Italia sarà il paese che ospiterà un evento di portata mondiale come EXPO 2015 con un appello che recita: "Nutrire il Pianeta, Energia per la vita" con questo lavoro noi non pretendiamo di dare risposte o soluzioni ma piuttosto di porre domande.
Studio Pace10, Monica Scardecchia e Gianfranco Maggio
EPIGRAFE CRITICA
Monica Scardecchia e Gianfranco Maggio, in arte Studio Pace10, una diade felicitante, azzardano con la loro mostra EXPO(sed) una sorta di messa a nudo globale e di articolata investitura simbolico-comunicazionale del proprio multiforme operato artistico comprendente fotografia, grafica, installazioni, video arte e arte performativa, il tutto declinato in un evento site specific per il Chiostro dei Glicini, in Umanitaria - insula eccezionale dietro il Tribunale di Milano; un evento site specific tendente, secondando una peculiare deriva, all'arte relazionale.
Esito?
Un
sommesso richiamo pantagruelico e al tempo stesso un gioco, un'avventura ludica
che parrebbe privilegiare i bambini - e qui, chissà perché, sovviene Munari -
senza mascherare tuttavia le tremende criticità oggidiane. Per altro rilanciate
da intrusioni performative che arricchiscono il corredo delle opere in mostra:
un bestiario fantastico, sedici soggetti e altrettanti cibi.
Per finire, tutto ciò quale asterisco critico suggerirebbe, quale epigrafe da mettere letteralmente al muro? Mi limiterò a un magro portolano verbale, a un semplice epilogo - da prendere in considerazione, sia chiaro, con la dovuta ironia - che detta così: "O MISERI MORTALI, APRITE LI OCCHI"! Motto leonardesco di inesauribile forza.
Rolando Bellini